SE
SCRIVO LIBERTA’ (25.04.2012)
La
libertà è la possibilità
di
fare e di essere, quell’areadove ognuno è responsabile di sé
stesso e nessun potere lo sovrasta;
è libero di vivere, d’amare,
di pensare e di scegliere la via
del
destino che lo promuova uomo:
senza
corpo a limitarne il volo;
impalpabile
ala di Pegaso;
una
testarda bandiera che non
smetta
d’inseguire il soffio del vento.
Trincea
d’ Africa era il confine
arido,
c’erano soldati, anzi
parevano i fiori soffocati
al
sole ed alla sabbia del deserto,parevano i fiori soffocati
immolati ad un tiranno qualunque
senza onore né gloria ,né coraggio.
L’ angelo sottotenente raccolse
una preghiera dal pio petto d’ossa:
“Entrambi siamo aedi di un dialetto
che Dio non parla: prova è la morte
sotto le stelle dell’Orsa, Atena
e non Madre la notte degli eroi.
Se io scrivo il tuo nome, libertà,
sulle pareti di questa polvere
nemica e sconosciuta sarà il tempo
di una lacrima a baciare i miei
figli lontani e amati, e liberi
finché avrò fede”.
Catene della memoria infondono
pace bugiarda che consola il cuore
confuso, pellegrino disertore
dalle divise del sangue d’agnello,
mentre i padri rivivono in ricordo.
Se “libertà” sarà parola loro,
la pronuncerò fino alla sostanza,
consumerò quel pane benedetto
e darò tutta l’anima al suo pasto,
al mutilato spettro nello specchio
delle stagioni ormai violate.
Mi riconoscerò dalla giacchetta
con lo zaino, alla prima stazione,
senza orologio. Il capotreno dirà:
“Non c’è fretta … non c’è tempo! Un carro
vale l’altro … vanno a casa … se sali
non
puoi scendere: sei libero”.