Incontri mensili di divagazioni poetiche

D i v a g a z i o n i p o e t i c h e

Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti....
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

Alda Merini



24 luglio 2012

CHIARE FRESCHE ET DOLCI ACQUE 9 luglio 2012

Marisa, di Donneinpuntadipenna, racconta di divinità e presenze magiche dell'acqua

La dolcezza del fossato e l'armonia di questo angolo di campagna.
Unico suono quello prodotto dallo strumento a fiato di Aldo.

L'Arch.tto Lucia Fiorini racconta la complessa storia delle risorgive di Montorio;
talmente complessa da aver bisogno di un approfondimnto storico e naturalistico ulteriore.
Rifaremo l'esperienza in collaborazione col Comitato Fossi.  

L'incontro con Lucia Fiorini del Comitato Fossi di Montorio
Il castello di Montorio oltre i campi di granturco.
Le foto sono di Nello Benedetti, che ringraziamo.

Luisa di Donneinpuntadipenna legge alcune poesie "acquatiche"


Non è possibile pubblicare tutte le foto perchè i tempi di caricamento sono lunghissimi .
E' sata una bella esperienza che si è conclusa con la lettura di poesie al suono dell'arpa celtica al laghetto Squarà.
Alla concertista, ai poeti e alle poetesse il nostro grazie.
Alle cuoche che ci hanno atteso fino a tardi per servire la cena UN BASIN.



14 luglio 2012

"Nell'acqua vorrei ..." di Lucia Franzini

                     

Nell’acqua vorrei poter scrivere
soltanto le parole amare
che rattristano ed addolorano.
Quelle che stringono
in una morsa il cuore.
Quelle che non oso
far uscire di bocca
per non sentirne il suono,
né scriverle su un foglio
per non vederle.
Solo queste parole
vorrei scrivere nell’acqua;
per lavarle, purificarle e cancellarne
ogni significato doloroso.


                                                             Lucia

13 luglio 2012

OSIP MANDEL'ŠTAM

Compagnia del Petrarca, del Tasso, dell'Ariosto:
lingua del tutto assurda, lingua dolce-salata;
e splendide gemellanze di quei suoni in combutta ...
Introdurrò una lama tra le valve dell'ostrica?



Dedicata a tutti coloro che amano poesia.



11 luglio 2012

ACQUA CHE ALL'ACQUA TORNA di JOSE' SARAMAGO letta da Luisa Rinaldi






Acqua che all'acqua torna, di luce sfrangiata,
si apre l'onda di spuma.
Movimento perpetuo, arco perfetto,
che si erge, ricade e rifluisce,
onda del mare che il mare stesso nutre,
amore che di se stesso si alimenta.



JOSE' SARAMAGO

AIRONI BIANCHI di Stella Cernecca


Stella Cernecca



11.7.2012        Montorio Veronese



Aironi bianchi

Questa sera
disegnerò aironi bianchi
su fogli chiari,
li disegnerò con esili gambe
e corpo slanciato,
tra falci d'erba
ed acquitrini.

Poi dirò loro:
Volate!

Con una spinta leggera
li lancerò nell'aria.
Volate aironi,
volate lontano

e portate il profumo
dell'aria aperta,
calda e asciutta
del Magreb turchino.

Volate lontano
fino a incontrare
un filo di terra
disteso tra due acque.

Zampettate sulla rena,
umida e nuda,
e sbocconcellate
vongole e lombrichi.

La sera appollaiatevi
sugli alti lampioni.

Da lontano vi vedrò veleggiare,
lungo le case bordate dall'acqua
e il sole salmastro
che vi penetra dentro.
Uno sciabordio lieve
accompagna il vostro volo.


Volate aironi,
volate in coro.



Haiku


Acqua, cheta sei
Raffredda mia ira

Così rimani.

Marisa

LA FONTANA MALATA di ALDO PALAZZESCHI


Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchette,
chchch...
È giù,
nel cortile,
la povera
fontana
malata;
che spasimo!
sentirla
tossire.
Tossisce,
tossisce,
un poco
si tace...
di nuovo.
tossisce.
Mia povera
fontana,
il male
che hai
il cuore
mi preme.
Si tace,
non getta
più nulla.
Si tace,
non s'ode
rumore
di sorta
che forse...
che forse
sia morta?
Orrore
Ah! no.
Rieccola,
ancora
tossisce,
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
chchch...
La tisi
l'uccide.
Dio santo,
quel suo
eterno
tossire
mi fa
morire,
un poco
va bene,
ma tanto...
Che lagno!
Ma Habel!
Vittoria!
Andate,

correte,
chiudete
la fonte,
mi uccide
quel suo
eterno tossire!
Andate,

mettete
qualcosa
per farla
finire,
magari...
magari
morire.
Madonna!
Gesù!
Non più!
Non più.
Mia povera
fontana,
col male
che hai,
finisci
vedrai,
che uccidi
me pure.
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch...









10 luglio 2012

ACQUA DI MAMMA di Betty Marchi


                                     
Ecco nuoto,
scendo,
salgo,
leggero mi muovo
in questo bel luogo.

Io qui sono protetto
il posto è decisamente perfetto!

Ma ho sentito voci che mi han detto:
“Guarda che da qui prima o poi dovrai uscire!!!”
Ed io già mi sento morire.

Sempre quelle voci mi ripetono
che in quel modo nascerò
e così in quest’acqua più non starò.

Allora mi domando:
quando sarò fuori l’acqua in cui finirò
sarà tranquilla o tempestosa?
Limpida o insidiosa?

E se l’acqua più non ci sarà
il mio mondo che senso avrà?
Devo pensare che l’arte di vivere
dovrò imparare
e pure senz’acqua riuscire a galleggiare?









ACQUA DI SORGENTE di Betty Marchi


L'elemento acqua è stato sufficiente per inondare il blog...



Acqua che zampilla
acqua che disseta
acqua di sorgente segreta
acqua che benedice
acqua che lenisce
acqua di ghiacciai
acqua di nevai
acqua che irrompe
acqua melmosa
acqua di pioggia fastidiosa
acqua che rinfresca
acqua che disseta
acqua a profusione
acqua ricca di emozione ...
quando si getta nel mare
persino l'oceano sì va a cercare

Charles Baudelaire, da «Corrispondenze», Les Fleurs du Mal





« E' un tempio la Natura, dove a volte parole
escono confuse da viventi pilastri
e che l'uomo attraversa tra foreste di simboli
che gli lanciano occhiate familiari»

E L'ACQUA di Roberto Piumini letta da Luisa Rinaldi



E l’acqua
fresca nasce
fa ruscelli
scende
casca sui sassi
scroscia
e frusciando
fa il fiume.
E l’acqua
sciolta nuota
nelle valli
e lunga e lenta
larga
silenziosa
luminosa
fa il lago.
E l’acqua
a onde muore
non muore mai
e muore
non muore mai
e muore
mentre immensa
fa il mare.


(Roberto Piumini)


CORRENTE LENTA di Federico Garcia Lorca LETTURA CORALE



Lungo il fiume se ne vanno i miei occhi,
lungo il fiume...
Lungo il fiume se ne va il mio amore
lungo il fiume...
(Il mio cuore sta contando
le ore che sta dormendo.)
Il fiume porta foglie secche,
il fiume...
Il fiume è limpido e profondo,
il fiume...
(Il mio cuore mi chiede
se può cambiare posto.)



CHIARE, FRESCHE ET DOLCI ACQUE di Francesco Petrarca letta da Aldo Zappacosta



Chiare, fresche et dolci acque,
ove le belle membra
pose colei che sola a me par donna;
gentil ramo, ove piacque
(con sospir mi rimembra)
a lei di fare, al bel fianco, colonna;
erba e fior, che la gonna
leggiadra ricoverse
co l’angelico seno;
aer sacro, sereno,
ove Amor co’ begli occhi il cor m’aperse;
date udienza insieme
a le dolenti mie parole estreme.
(...)
Da’ be’ rami scendea
(dolce ne la memoria)
una pioggia di fior sovra ‘l suo grembo;
et ella si sedea
umile in tanta gloria,
coverta già de l’amoroso nembo.
Qual fior cadea sul lembo,
qual su le trecce bionde,
ch’oro forbito e perle
erano quel dì a vederle;
qual si posava in terra, e qual su l’onde,
qual con un vago errore
girando parea dir: – Qui regna Amore. –








LE STAGIONI DELL’ACQUA di Giuseppe Conte



L’acqua assomiglia all’anima
dell’uomo. E’ irrequieta, non ha
posa. Si spande per vie che scendono
verso l’origine di ogni cosa.
E poi si muta, l’acqua, è
dolce sino agli estuari
è salata nei mari
vola nelle nubi in cielo
dorme nelle stalattiti
specchia il sole nel velo
che fa sulle corolle
di crochi e margherite
ogni mattino.

L’acqua è eterna, non ha
destino.

Questa che vedi nel bicchiere
l’acqua-luce delle fontane
l’acqua nera delle tempeste
il fango delle frane
il torbido degli stagni
il dondolio delle onde
il tendere verso la luna
delle maree, la quieta
risacca lungo le spiagge sabbiose.

Come una cometa
di ghiacci sulla sua orbita
va l’anima, ritorna
al regno delle acque.


Dal quinto libro del Khuddaka Nikaya


Dal  Suttanipata  720-722 ("La raccolta dei discorsi")






Dove è difetto ivi è rumore,

Ciò che è pieno è in sé raccolto …

Questo imparate dai flutti dei fiumi,

dai rivi dei monti,

dalle alpine cascate: loquaci fluiscono

le loro correnti,

tacito e grande ondeggia l’oceano.




ACQUE, di Francesco Guccini



L'acqua che passa fra il fango di certi canali
tra ratti sapienti e pneumatici e ruggine e vetri
chissà se è la stessa lucente di sole o fanali
che guardo oleosa passare rinchiusa in tre metri.
Si può stare ore a cercare se c'è in qualche fosso
quell'acqua bevuta di sete o che lava te stesso
o se c'è nel suo correre un segno od un suo filo rosso
che leghi un qualcosa a qualcosa, un pensiero a un riflesso.
Ma l'acqua gira e passa e non sa dirmi niente
di gente, me, o di quest'aria bassa;
ottusa e indifferente cammina e corre via
lascia una scia e non gliene frega niente.

E cade su me che la prendo e la sento filtrare,
leggera infeltrisce i vestiti e intristisce i giardini,
portandomi odore d'ozono, giocando a danzare,
proietta ricordi sfiniti di vecchi bambini;
colpendo implacabile il tetto di lunghi vagoni,
creando annoiato interesse negli occhi di un gatto,
coprendo col proprio scrosciare lo spacco dei tuoni
che restano appesi un momento nel cielo distratto.
E l'acqua passa e gira e colora e poi stinge,
cos'è che mi respinge e che m'attira;
acqua come sudore, acqua fetida e chiara,
amara senza gusto né colore.
Ma l'acqua gira e passa e non sa dirmi niente
di gente, me, o di quest'aria bassa;
ottusa e indifferente cammina e corre via
lascia una scia e non gliene frega niente.

E mormora e urla, sussurra, ti parla e ti schianta,
evapora in nuvole cupe rigonfie di nero
e cade e rimbalza e si muta in persona od in pianta
diventa di terra, di vento, di sangue e pensiero.
Ma a volte vorresti mangiarla o sentirtici dentro,
un sasso che l'apre, che affonda e sparisce e non sente,
vorresti scavarla, afferrarla, lo senti che è il centro
di questo ingranaggio continuo, confuso e vivente.
Acque del mondo intorno di pozzanghere e pianto,
di me che canto al limite del giorno,
fra il buio e la paura del tempo e del destino
freddo assassino della notte scura
Ma l'acqua gira e passa e non sa dirmi niente
di gente, me, o di quest'aria bassa;
ottusa e indifferente cammina e corre via
lascia una scia e non gliene frega niente.


EMILY DICKINSON


L'acqua è insegnata dalla sete.
La terra dagli oceani traversati.
La gioia, dal dolore.
La pace, dai racconti di battaglie.
L'amore, da un impronta di memoria.
Gli uccelli, dalla neve.


Emily Dickinson
da Poesie e Lettere

LE RISORGIVE di Marisa Venturi



Disvela la foschia
acque antiche
che chiamando uccelli di passo
specchiano il cielo
(Narciso infinito ed eterno).

Una brezza leggera,
sfiora le erbe alte
con una carezza insistente
Come un tenero amante
Seduti sostiamo
I piedi a bagno
La moleskine inutile
Le mani si sfiorano
cercando  contatti

Le parole umide
impregnano i fogli
di pensieri incompiuti

Le sbavature restano
idee rarefatte
non ancora vapore

Le gocce aderiscono alla carta
lasciando rughe
di frasi incomplete
e righe

di parole insignificanti.


Restiamo come sospesi
a guardare lontano.
La strada sposa il ruscello
Con eleganza







Luglio 2012


CALURA di ALDO ZAPPACOSTA (luglio 2006)


Ahi natura natura,
perché non rendi poi quel che prometti allor?

Oh, crudel meteorologia!
Di pioggia noi attendiamo la magia,
ma le promesse invano son cadute,
soltanto poche gocce, e anche sparute
e ancor ci chiude in morsa la calura
mentre la Terra brucia per l’arsura!
A nulla invero servon previsioni,
riserbano soltanto delusioni!
E c’è chi dice “bella” la stagione!
Ma come! Pare d’esser in prigione!
Ed il guardian feroce d’ogni giorno
è il soffocante caldo tutt’intorno,
che genera costante malumore,
trascuratezza e fiumi di sudore,
insonnia ed un continuo patimento
mentre s’attende fine del tormento!
Stai bene attento tu a prevedere,
meteorologo da calci nel sedere,
il fresco che non viene qui a Verona
perché per me… puoi anche andare in mona!


(composta in occasione del mancato arrivo del fresco dopo la previsione di perturbazioni)


ACQUA di ALDO ZAPPACOSTA


Acqua

Puoi essere calda,
generata dal ventre della terra,
o gelida,
e uccidere all’istante.
Bassa, per farci giocare,
o profonda, per celare il mistero.
Chiara, per accrescere la gioia,
oscura, per trasmetter la paura.
Se sei placida
infondi la calma,
se t’agiti
incanti chi ti guarda.
La luna ti muove, il sole ti colora.
Sei fonte, ruscello, fiume, torrente, oceano o mare, pioggia o diluvio.
Senza di te
non può essere vita.
Senza di te
non ha lingua il poeta.
Senza di te
solo sabbia e deserto.
Scendi in gocce gentili,
massaggi costante le rive,
ti lasci imprigionare
per servirci ogni giorno.
Duttile, indomita, pittrice di paesaggi, assassina e madre.
Sii benedetta, acqua,
ti desidero e ti voglio compagna
finché avrò labbra per bere. 



 
                                    6 luglio 2012




MARIA BENDAZZOLI LEGGE

un haiku di UEJMA ONITSURA (1661-1738)


nella sera luccica
il ventre delle trote
nell'acqua bassa


un haiku in vernacolo di GRAZIA BINELLI di Torbole (Trento)


ala funtana
tuchilìn di sul chi slùs
'n li man di 'n pòp


alla fontana
pezzetti di sole che luccicano
nelle mani di un bambino


non ho nella tastiera quell'accento con i due puntini,andrebbe sulla u
di "slus"

L'ACQUA DEI SOGNI di Annamaria Danese

Acqua che scorre nel fiume
a volte liscia e lucente come specchio
a volte ribollente come un calderone.
Io sono sull'acqua lucente
affondo e riemergo
in quella spumeggiante.
Sono ricoperta di mille gocce
inondata di luci e colori
riflessi dal sole.
Mi muovo sempre più velocemente
i colori si impastano
forme colorate emergono dall'acqua.
Immagini d'acqua evaporano
salgono nell'aria
dipingono la nostra vita!

9 luglio 2012

LUNA di FRANCESCA AGUGLIA

Mi sono fermata
ho riposato,
ho guardato a te sorella Luna
quanta vita trascorsa.

Goccia a goccia
ho bevuto ogni notte
nel tuo argeo calice
il fatale carico delle illusioni,
di quando mi avvolgevano
spingendomi al domani
i venti marini.

Luna,
da consigliera perpetua,
hai vissuto con me
nel chiaro silenzio notturno
i cerchi senza fine
dei tradimenti...
Quando i passi lontani
risuonavano più forti
e non osavo guardare l'odiata porta.

Brillanti come stelle
cadono le lacrime,
tu Luna ancora stupendomi
m'incanti.




Francesca, 9 luglio 2012

7 luglio 2012

A ME STESSO di Alfredo Poli

poesia di Alfredo Poli, letta da Alfredo Poli l' 11 maggio

A me stesso

Piove di notte su questa dolorosa
e mai paga ansia di ricomporsi,
nella luce umida dei lampioni
presente e passato si cercano
Si è esaurita la passione
che travolge il tempo
e blandisce la notte
ma è vile bere alle fonti dell’oblio
Non siate in collera,
è sofferto diritto davvero
rispedire ai mittenti
le lusinghe al mio mistero



Anche questa poesia è rimasta nascosta tra cento messaggi inutili, La casella di posta è da rivedere.

LIBERA SOLITUDINE di Bruna Meneghello



Libera solitudine



 Il tallone affonda

 nella sabbia, calda,

 l'onda giunge

lenta e spumeggiante,

le tamerici vibrano

nella brezza profumata.

Solitudine  profonda

in infinita libertà






Presentata a: Io scrivo il tuo nome libertà
25 aprile 2012

Ci scusiamo con Bruna ma la sua mail è stata vista soltanto oggi. Ce ne rammarichiamo e confidiamo di averla ancora con noi.
Marisa

6 luglio 2012

PLENILUNIO di ORNELLA SELOGNA




PLENILUNIO



Interrogo il cielo o Luna

domani sarà un bel giorno?

il tuo viso dorato mi sorride

Il sole dall’orizzonte ti dona

un colorito rosaceo.

ma la notte ti veste di argenteo.

Vedo in te la fecondità

della terra che ci sostiene

dai tuoi favori

dipende la nostra vita.

Dei tuoi capricci

siamo vittime.

Astro femminile

influente nel tema natale.

Ti allontani ed io non

ti sento più protettrice.

della infertilità della mia vita.



17/06/2012       Ornella Selogna        

HAIKU sulla luna

Il tetto si è bruciato
ora
posso vedere la luna.

Masahide


Che luna
Il ladro
Si ferma per cantare

Yosa Buson

Petit Onze di Lucia

         

                       
Luna
Illumini le antiche mura
Incontri amici,  insetti,
Sudati, improbabili
Poeti.

                      Lucia

(Mi sono permessa di riscrivere il "petit onze"
  che, credo involonrariamente, é stato cancellato.)

5 luglio 2012

CANTO NOTTURNO DI UN PASTORE ERRANTE DELL’ASIA di Giacomo Leopardi letto da Marisa




Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?

Somiglia alla tua vita
La vita del pastore.
Sorge in sul primo albore;
Move la greggia oltre pel campo, e vede
Greggi, fontane' ed erbe;
Poi stanco si riposa in su la sera:
Altro mai non ispèra.

Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a Voi? dimmi; ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale?










ABITUDINI di Cesare Pavese letto da Franco De Grandis






Sull'asfalto del viale la luna fa un lago
silenzioso e l'amico ricorda altri tempi.
Gli bastava in quei tempi un incontro improvviso
e non era piú solo. Guardando la luna,
respirava la notte. Ma più fresco l'odore
della donna incontrata, della breve avventura
per le scale malcerte. La stanza tranquilla
e la rapida voglia di viverci sempre,
gli riempivano il cuore. Poi, sotto la luna,
a gran passi intontiti tornava, contento.

A quei tempi era un grande compagno di sé.
Si svegliava al mattino e saltava dal letto,
ritrovando il suo corpo e i suoi vecchi pensieri.
Gli piaceva uscir fuori prendendo la pioggia
o anche il sole, godeva a guardare le strade,
a parlare con gente improvvisa. Credeva
di saper cominciare cambiando mestiere
fino all'ultimo giorno, ogni nuovo mattino.
Dopo grandi fatiche sedeva fumando.
Il piacere piú forte era starsene solo.

E' invecchiato l'amico e vorrebbe una casa
che gli fosse più cara, e uscir fuori la notte
e fermarsi sul viale a guardare la luna,
ma trovare al ritorno una donna sommessa,
una donna tranquilla, in attesa paziente.
E' invecchiato l'amico e non basta piú a sé.
I passanti son sempre gli stessi; la pioggia
e anche il sole, gli stessi; e il mattino, un deserto.
Faticare non vale la pena. E uscir fuori alla luna,
se nessuno l'aspetti, non vale la pena.

LA NOTTE BELLA di Giuseppe Ungaretti letta da Marisa

24 agosto 1916



Quale canto s’è levato stanotte
che intesse
di cristallina eco del cuore
le stelle

Quale festa sorgiva
di cuore a nozze

Sono stato
uno stagno di buio

 Ora mordo
come un bambino la mammella
lo spazio

Ora sono ubriaco
d’ universo

Petit onze


Luna
tu guardi, scruti, sorridi,
tentenni ma accenni
a benevola
approvazione.

Ornella

FOGLIO BIANCO di Betty Marchi

Guardo la luna
che lenta scende e scivola via
lasciando notte.


Notte su le note
di una musica lieve
e intanto annoto parole
che parlano di niente,
di nessuno.


Se non di luna che lenta scende
lasciando buio attorno
e bianco su foglio bianco.

LUNA DIETRO LA DUNA di Betty Marchi

La luna dietro la duna
sorrideva silenziosa
così elegante, lontana, strana,
intrigante, avvenente,
illuminava la scena smagliante.
I giovani amanti,
ora non più distanti stavano avvolti
da morbidi abbracci,
che come lacci,
intrecciavano i loro corpi davanti alla luna,
che dietro la duna pallida scendeva,
mentre il buio pian piano li avvolgeva.
Gli amanti al buio si muovevano nella luce
mentre dentro loro nasceva una nuova pace.
La luna dietro la duna
salutava tutti gli amanti del mondo.
Intanto il mondo rotondo girava, girava, girava
e nessuno se né accorgeva.
Solo la luna dietro la duna seguiva i giri del mondo.
Tutto era tondo perfetto
lla luce della luna che scompariva dietro la duna.