Incontri mensili di divagazioni poetiche

D i v a g a z i o n i p o e t i c h e

Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti....
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

Alda Merini



24 settembre 2012

SGOLAR VERSO ‘L SOL di ANNA MARIA LAVARINI


 

Debole è quell’ amore di cui più forte è la paura …

 

Sognava un amor grando, infogà,
fantasie che no podéa palesar.

 Onor,  pudor, timori,
anei de cadena, che me tegnea ligà
sul trespolo del vìvar
castighando le me ale, a voli curti.

Te s’eri rivado ti
e co’ ale slusenti te volei
portame nel ciel
a brusarme con ti, nel sol.

Avaria vussù vegnerte adrio
ma la paura, la fermà la voia…
ti te serà le ale e, te si restà
a spartir con mi, ‘n amor caldin…
‘n fogheto de candela.

A olte ne ciapa na voia
de rompar ste cadene rusenie,
e sgolar alto, drento in quel ciel…
ma le nostre ale falope
no le sarea pi bone
de ciapar ‘l volo,
solo i nostri sogni 
i sgola alti, libari verso ‘l sol.

 

19 settembre 2012

PENSIERI SVOLAZZANTI di Stella Cernecca


 

Terrò
al mio fianco
un uomo
che non mi tolga
neanche
la punta
del pelo
della piuma
delle penne
di cui son
fatta,
che amerà
lisciare.




APPUNTAMENTO CON LA POESIA per l'8 ottobre

Dalle ore 20.00 si può usufruire del frugale Spuntino del Poeta (pan, bondola e vin). Vi aspettiamo.

GRIGIO di COSTANTINO KAVAFIS letto da Giorgio Chiavegato


Rimirando un opale a metà grigio
mi risovvengo d'occhi belli e grigi
ch'io vidi (forse vent'anni fa)...
Per un mese ci amammo.
Poi sparì, credo a Smirne, a lavorare.
E poi non ci vedemmo più.
Si saranno guastati gli occhi grigi
-se vive- e il suo bel viso.

Serbali tu com'erano, memoria.
E più che puoi, memoria, di quell'amore mio
recami ancora, più che puoi, stasera.

 

 

ITACA di COSTANTINO KAVAFIS letta da Giorgio Chiavegato




Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere d'incontri
se il pensiero resta alto e il sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo
né nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga
che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche aromi
penetranti d'ogni sorta, più aromi
inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca
- raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo,per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos'altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.


 

SE TE ME VOL BEN di PIERO SARTORI


 
Se te me vol ben,
te me spetarè,
su ‘na strada bianca,
dove el vento dindona
le ponte de i pigni.
Se te me vol ben
te me spetarè
dove l’acqua neta la dà
speci profondi
dove el sol tiepido,
te descanta l’anima.
Se te me vol ben,
te me spetarè
drio l’ombra
de na ruga,
al caldo de ‘na lagrema,
soto i cavei grisi.
Se te me vol ben
te me spetarè
al primo scalin de casa
co’ brassi verti e strussiadi,
co’ oci fermi,
sensa tempo.
Se te me vol ben
te me spetarè
par ascoltar la storia
nostra
par caminar sotobrasso
fin dove i passi
scrissa par la giara
e dove i fiori
i voria essar
i discorsi
che no s’à fato in tempo
a dir.


 

15 settembre 2012

MARE ... AMORE di Rosanna Ruffo


MARE… AMORE


 

 

 
Mare,
affascinata dal tuo colore
dal tuo magico ondeggiare
dal profumo di salsedine
sono scesa spensierata
ad incontrarti
e lasciandomi cullare
tra le tue tenere braccia,
ho sciolto le mie ansie
in pensieri positivi,
ritrovando sensazioni
giovanili.

 
Splende libero il sole
da nubi oscure
e verso il calar della sera
inneggio al chiarore
della luna
che, brillando silenziosa
culla dolcemente
il nascente nuovo amore.

 

 

 

                               

Ho sceso dandoti il braccio di EUGENIO MONTALE


 

 

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

POESIA MALATA di Marisa Venturi


Tra sistole e diastole
sta l'amore?
Tra cava e aorta
la tenerezza?
Tra i due ventricoli
la fedeltà?
La polmonare pompa sentimenti?
Regalo perplessità e dubbi
e cerco risposte.

 

Ho filato per te una canzone di Senghor letta da Bruna Meneghello

Ho filato per te una canzone dolce come un turbante
di colomba a mezzogiorno
E mi accompagnava flebile il mio Khalam tetracorde.
Ti ho tessuto una canzone e tu mi hai sentito.
Ti ho offerto fiori selvaggi dal profumo misterioso
come gli occhi dello stregone
E il loo splendore ha la ricchezza del crepuscolo a Sagomar
Ti ho offerto i miei fiori selvaggi. Li lascerai appassire
O tu che ti distai al gioco delle cose effimere?

Leopold Sédar Senghor

E' morto Roberto Roversi

IL LUTTO

E' morto Roberto Roversi
Bologna perde il suo poeta

Lo scrittore - che aveva partecipato alla Resistenza - si è spento ieri a 89 anni. Fondatore delle riviste "Officina" e "Rendiconti", compose testi di canzoni per Lucio Dalla e gli Stadio. Napolitano: "Sensibile interprete delle inquietudini della nostra società"

Roberto Roversi, poeta e scrittore, intellettuale e coscienza critica di una città e del paese intero, si è spento ieri a Bologna: era nato il 28 gennaio 1923, e l'anno prossimo avrebbe compiuto 90 anni. Per suo desiderio, i familiari hanno dato l'annuncio della sua scomparsa solo oggi. E sempre per suo desiderio non vi saranno cerimonie, né pubbliche né private, né commemorazione né camera ardente. 

REP TV "Poeta indomabile" di M.SMARGIASSI

Lascia la moglie Elena, accanto a lui sempre, anche nella lunga avventura della libreria antiquaria Palmaverde. 

Roberto Roversi ci lascia appartato e discreto, come ha sempre vissuto. E' stato un gigante della cultura italiana: a fianco di Pasolini e Leonetti nella redazione di Officina, a fianco di Lucio Dalla nella creazione di tre dei suoi album più belli e significativi, scrittore di romanzi e di versi e "fogli sparsi", come amava dire. Ma soprattutto a fianco di chiunque ne chiedesse il consiglio, una lettura, parole. 

Dopo la fondazione della rivista Officina, nel 1955, e poi diRendiconti (nel 1961) attorno alla metà degli anni Sessanta decise di compiere una scelta destinata a segnare profondamente la sua attività letteraria: smise di pubblicare con i grandi editori, limitandosi esclusivamente a fogli fotocopiati distribuiti liberamente e a collaborazioni con piccole riviste autogestite.
 
Negli anni Settanta Roversi ha scritto numerosi testi di canzoni per Lucio Dalla (per gli album "Il giorno aveva cinque teste", "Anidride solforosa" e, sotto pseudonimo, "Automobili"), e successivamente altri per il gruppo degli Stadio (ad esempio, "Chiedi chi erano i Beatles", il più grande successo del gruppo, ma anche "Maledettamericatiamo" e "Doma il mare, il mare doma" dedicata a Maradona). 

14 settembre 2012

COLTRE BIANCA


COLTRE BIANCA   

E’ Capodanno, nevica.

Romantica coltre bianca,

che avvolge la nostra passione.

Passione che naviga

in mari tempestosi e

approda  in un

porto sicuro.

Sicurezza di un affetto

mai negato,

che imbriglia controvolere.

 

Un'altro Capodanno, nevica.

Poche parole a sottolineare

il silenzio del tuo cuore.

La coltre bianca, ora copre

e tacita la storia.
 
Ornella Selogna

 

 

 

SOLO IO di Pedro Salinas letta da Luisa Rinaldi

 Il modo tuo d'amare
è lasciare che io ti ami.
Il si con cui ti abbandoni
è il silenzio. I tuoi baci
sono offrirmi le labbra
perché io le baci.
Mai parole o abbracci
mi diranno che esistevi
e mi hai amato: mai.
Me lo dicono fogli bianchi,
mappe, telefoni, presagi,
tu, no.
E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire
con domande, con carezze,
quella solitudine immensa
d'amarti solo io.

L'AMORE OGGI di Luisa Rinaldi


E' cambiato l'amore ?

E' fiducia
E' abbandono
E' tenerezza

Le farfalle sono volate altrove,

 rimane l'essenza
e la polvere
impalpabile e cangiante
delle loro ali.

Basterà.

13 settembre 2012

I BACI PIU' BELLI di Lucia Franzini

                              
Baci non richiesti
Baci bagnati
Non sarete mai
dimenticati.

Baci celesti
Baci divini
Nello scrigno del cuore
siete i più preziosi
fra i gioielli.

Baci appiccicosi
Baci malandrini
In tutta la mia vita
Non ho mai ricevuto
baci più affettuosi
né baci più belli.

I baci dei miei nipotini

                               ( Lucia Franzini ) 

ME SON MALA' DE UN MAL … DI Mario Salazzari letto da Franco De Grandis



Me son malà de un mal che lima, ruma
anima e cor, un mal che me inamora;
çerco la boca fresca che me sòra,
go drento un sol che brusa e me consuma.

                                   (Mario Salazzari )

EL PRIMO BASO di Angelin Sartori letto da Franco De Grandis


Come ricordo, Nina, el primo baso
quel primo e grosso che se l'emo dà
quel giorno, in quel logheto 'ndo, per caso,
soli....un minuto serimo restà...

Come ricordo e ricordando sento
i neri ocioni toi che i me fissava,
el cor che me bateva forte drento
fin che, sensa parlar, col tuo el parlava...

Serimo lì, sospesi, zà da un poco,
quando che i labri, come calamite,
dopo de un par de ociade bele e...drite,

i s'ha tirado e....ciak,
mama che cioco!...
l'è stado el primo, ma così dado
che mi no me l'ho più desmentegado!

                                 ( Angelin Sartori )

L'ANNO DELL'ANTICICLONE di Aldo Zappacosta




Circondati dai cretini,
lor ci credon burattini!
Ci raccontan di cicloni
sciorinando previsioni
che risveglian la paura
per la prossima calura.
Pria Caronte, poi Minosse
in attesa delle mosse
di un clima ormai impazzito
che da tanto abbiam subìto,
giacché una estate fresca
è difficile che riesca!
Questa poi è assai inclemente
e ci fa tornare in mente
altri anni faticosi
anche pei più coraggiosi.
Ma or s’aggiungono le beffe
che fan perdere le staffe!
Ora i nomi hanno inventato
con i quali hanno chiamato
questi sbalzi di calore
che ci fan sciogliere il cuore.
Questi ignobili cronisti
- i più stupidi mai visti -
pure i miti han scomodato
per le bizze del creato!
Voi della televisione
che create sol tensione,
meteorologi dannati
dal sadismo intenzionati,
che possiate sprofondare
in un infuocato mare,
che Caronte vi traghetti
giù nell’antro dei reietti!
Non occorre che annunciate
che sarà bollente estate,
lo sentiamo sulla pelle!
Non ci servono le stelle
per capire che si soffre
e che il tempo più non offre
refrigerio o breve sosta!
Lo vediamo quanto costa
questa vita ch’è sospesa,
pria che avvenga una ripresa!

Date alfin notizia buona,
altrimenti… andate in mona!

              (Aldo Zappacosta ))

27 agosto 2012


ECCO BACCO ! di Aldo Zappacosta

Ora è colma la misura,
ed io voglio dar la stura
ad un’altra imprecazione,
perché voi – maledizione! –
giornalisti da strapazzo,
voi ci avete fatto un mazzo
con le vostre creazioni
che frantumano i “maroni”!
Non più nomi, o imbecilli,
che infilate come spilli
nella mente di noi tutti
già sommersi ormai dai flutti
di mediatica tempesta
che fa perdere la testa!
Dopo giorni di calore
tal da far tremare il cuore
era giunto un breve stacco.
Ma voi, “No! Arriva Bacco!”
Ma che Bacco, ma che dite?
Noi ormai le abbiam capite
le scemenze che inventate
pur di elogiar l’estate!
È normal per la stagione,
non è certo un’eccezione:
è settembre, e già si sa
che ancor sole ci sarà.
Ma perché, o mentecatti,
non badate ai vostri fatti
ed usate un po’ il cervello
- che in voi non trova ostello! –
per fornire le notizie
senza fini né malizie,
tantomeno poi citando
nomi che danno il rimando
verso miti d’altri tempi.
Risparmiateci ‘sti scempi!
Che Minosse vi divori,
di Lucifero gli ardori
sian per voi il solo ponte
per raggiungere Caronte,
mentre intona sua canzone
il piromane Nerone!
Possa torturarvi a turno
l’umor tetro di Saturno
e se infine Giove tuona,
lo sapete…”Andate in mona!”

(Aldo Zappacosta )

12 settembre 2012

Per te amore mio


 
 
Per te amore mio
Sono andato al mercato degli uccelli
E ho comprato degli uccelli
Per te
amore mio
Sono andato al mercato dei fiori
E ho comprato dei fiori
Per te
amore mio
Sono andato al mercato dei rottami
E ho comprato catene
Pesanti catene
Per te
amore mio
Poi sono andato al mercato degli schiavi
E ti ho cercata
Ma senza trovarti
amore mio.
 
Di Jaques Prévert

 

La sera sono più lunghe le ombre ... di Milena


 

La sera
sono più lunghe le ombre,
stanchi i sorrisi,
abitudinari i gesti,
l'anima infreddolita.

Bisognerebbe abbattere il silenzio
per ravvivare la monotonia
del già detto, già fatto.
So tutto di te
Sai tutto di me.

Era tenerissimo l'amore
e si correva mano nella mano.

Ora, un'invisibile catena d'agento
ci lega,
ma quando un raggio di sole
la illumina, solo noi
la vediamo brillare.
Come in uno specchio
si riflettono i nostri momenti magici,
il nostro amore fragile e testardo.

Sulla punta delle dita
scocca ancora un bacio.

 

21 febbraio 2012

 

 

TODAS AS CARTAS DE AMOR ... F. PESSOA



Tutte le lettere d'amore sono
ridìcole.
Non sarebbero lettere d'amore se non fossero
ridìcole.
Anch'io a mio tempo scrissi lettere d'amore,
come le altre,
ridìcole.
Le lettere d'amore, se c'è amore,
devono essere
ridìcole
Ma, infine,
son le creature che non han mai scritto
lettere d'amore
ad essere
ridìcole.
Beati i tempi in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d'amore
ridìcole.
La verità è che oggi
son le mie rimembranze
di quelle lettere d'amore 
ad essere
ridìcole.


Todas as cartas de amor são
ridículas.
Não seriam cartas de amor se não fossem
ridículas.
Também escrevi em meu tempo cartas de amor,
como as outras,
ridículas.
As cartas de amor, se há amor,
têm de ser
ridículas.
Mas, afinal,
só as criaturas que nunca escreveram
cartas de amor
é que são
ridículas.
Quem me dera no tempo em que escrevia
sem dar por isso
cartas de amor
ridículas.
A verdade é que hoje
as minhas memórias 
dessas cartas de amor
é que são
ridículas.

(Todas as palavras esdrúxulas,
como os sentimentos esdrúxulos,
são naturalmente
ridículas).