Incontri mensili di divagazioni poetiche

D i v a g a z i o n i p o e t i c h e

Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti....
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

Alda Merini



24 dicembre 2012

COME POTRÒ di Stella Cernecca

Come potrò separarmi
da questa strada,
dalla pioggia che batte
sui vetri dell'auto,
dai campi , ampi, arati, pianeggianti.

Come potrò separami
dagli alberi che seguono il mio sentiero,
dagli ulivi che tacciono,

come potrò separarmi
dall'erba verde e ridente dei prati,

come potrò separarmi
dai negozianti di cui
riconosco le voci familiari,

Come potrò separarmi dalle persone
che incontro per strada
e mi salutano.

Come potrò separarmi
da questo cielo,
grigio, azzurro, tempestoso,
nuvoloso, rosa , acceso
giallo rosso verde?

Come potrò?

Come potrò separarmi dalla vita
quando verrà la Morte
a prendermi senza avvertirmi.
Come potrò io oppormi ad essa.

Mano fatale che mi toglierà
tutto,
mi toglierà gli occhi,
le orecchie,
il naso, la pelle, la lingua.

Mi toglierà i miei strumenti
per amare la vita
e non potrò né urlare,
né ribellarmi,
né scappare.

Sarà l'ultimo atto,
in solitaria,
una sfida che accadrà
e la Signora Morte
vincerà:
la mia unica vera nemica.

Gocciolanti resteranno gli umani,
con la pioggia che batte sui vetri
e il comignolo della casa
che riprende a fumare il suo sigaro.

21 dicembre 2012

UN GIORNO di Attila Jozsef letta da Maria Bendazzoli


Un giorno...

Un giorno verrà a prendermi la morta
che mi dié vita, mi cullò cantando.
L'amore ecco svanisce nel mio cuore,
la fedeltà si eclissa, nel silenzio
tornano i canti. Simile allo spazio
si allargherà la mente. Apparirà
l'anima cosa vana: ciò che fu
pazienza per l'esistere, l'immagine
rovesciata del mondo, dentro me
sperduta vagherà. Si sfarà il corpo
come un tessuto roso dalle tarme.
E verrà allora a prendermi la morta
che visse, che cantando mi cullò.

CESOIE DELLA VITA di Rosanna Ruffo

Una vecchia nodosa vite
tende i suoi tralci
in un filare di quotidianità.
Spuntano le gemme
nel gocciolio di primavera
risvegliandosi dal torpore
ingrigito dell’inverno.
Nasce, una nuova vita
contrastata
dai dilemmi del vivere.
Arduo percorrere i passi
contaminati da mille precarietà.
Una cesoia
recide silenziosamente
l’acerbo virgulto
che, con un piccolo tonfo,
si inginocchia sulla nuda terra
cercando risposte ai suoi perché
tra la polvere sollevata.

 

 

                                                     

 

GOCCE D’ACQUA E DI VITA di Rosanna Ruffo

Avvolta nell’oscurità della notte
scorre limpida l’acqua
con la sua linfa vitale.
Galleggia nel grembo il bimbo
e le prime lacrime
lo aprono al dono della vita.
Il desiderio come un ruscello
scende a fecondare la pubertà
che assetata di nuove esperienze
rinvigorisce le sue sponde.
L’acqua, nell’avanzare degli anni
si espande in un fiume
e le terre fecondate dall’amore
risplendono dei fili verdi
della speranza, ma, a volte,
scardina anche gli argini
travolgendo inesorabilmente
ogni valore in una marea di fango.
I sentimenti sprigionati
nel bene e nel male
cercano un lavacro di rugiada.
L’oscurità della notte
avvolgendo in un soffio
la prima foschia del mattino
forma gocce d’acqua
che sono fonte viva
per la nostra vita.

 

 

                                                     

 

15 dicembre 2012

ALLA MIA MORTE SOPRAVVIVERAI di Pablo Neruda letta da Luisa Rinaldi



Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura
che tu risvegli la furia del pallido e del freddo,
da sud a sud alza i tuoi occhi indelebili,
da sole a sole suoni la tua bocca di chitarra.
Non voglio che vacillino il tuo sorriso nè i tuoi passi,
non voglio che muoia la mia eredità di gioia,
non bussare al mio petto, sono assente.
Vivi nella mia assenza come in una casa.
E’ una casa sì grande l’assenza
che entrerai in essa attraverso i muri
e appenderai i quadri nell’aria.
E’ una casa sì trasparente l’assenza
che senza vita io ti vedrò vivere
e se soffri, amor mio , morirò nuovamente.

11 dicembre 2012

CENA DEGLI AUGURI

Da una idea di alcune Donneinpuntadipenna


Sabato 22 dicembre alle ore 20.00

CENA DEGLI AUGURI

REGALIAMO UNA POESIA

L'evento è aperto a tutti, soci e non soci, di qualsiasi gruppo (Teatro, Filosofia, Pittura, Poesia, Autobiogafia ecc.) e singole persone. Un modo lieto per incontrarsi e farsi gli auguri.
Portate un vostro scritto in versi (ma anche in prosa) e raccontate il vostro Natale.
Lo potrete regalare all’ALBERO DELLE POESIE del Circolo Arcimontorio.

A seguire, nella solita saletta, si leggeranno gli scritti sul Natale accompagnati dalla musica e dalle immagini.
Alla fine pandoro e spumante per tutti.


 

VERRÀ LA MORTE E AVRÀ I TUOI OCCHI di Cesare Pavese




Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla


Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.


 

AMEN di Marisa Venturi


Una mattina di un giorno qualunque
una sera di una giornata piena
Oppure in una notte di solitudine
ti aspetta un cambio di residenza.
Non importa chi sei stato
Non importa neppure se hai amato
o odiato
Se hai generato figli o non ne hai avuto
Se tua moglie ti era fedele o infedele
Non importa se l’arrosto del macellaio
non era all’altezza della cena
Se gli ospiti hanno finto di gradire
Se qualcuno ti ha fatto uno sgarbo
Se c'è chi ti ha regalato una rosa
Nutrita con la riconoscenza
Nessuna importanza ha l’aspetto
sciatto di barca in approdo
Senza cure e  rimessaggio
Inutili le preoccupazioni
per la frangia troppo lunga
che nasconde la vista.
Cosa c’è ancora da vedere?
Non importa più ad alcuno
l’eloquio brillante o schivo
le relazioni
pazientemente intessute
E quelle altre,
dimenticate.
Non importa più l’altezza
degli alberi di confine
Indifferenti ti saranno gli uccelli
che seminano guano
sulle tue violette
In realtà non ti importeranno neppure le violette
E i  ricordi non ti apparterranno
Si sono spenti quelli dell'età dell'oro
Spento è l’indefinibile
Spenta la luce del desiderio
Ora importa solamente
Che tuo malgrado
Nonostante i sospesi e i non risolti
Hai cambiato residenza.
Ti hanno trasferita altrove.
Anche tu sulla Collina.

VITA E MORTE, MORTE E VITA di Marisa Venturi


VITA E MORTE
MORTE E VITA


L’ordine fa la differenza
e il risultato cambia.
Se prima scrivo Morte
penso che Vita
equivale a Rinascita

Se prima scrivo Vita
la Morte diventa
l'ultima riva, l’approdo.
E che altro? E che altro?

Amen

 

INCALZA LA VITA di Betty Marchi


Incalza la vita.
Tramonti ed albe.
Il verde dell’estate.
Cieli e mari.
Lunghe notti ad ascoltare
la sapiente luna.
Giorni di rose sfogliate
nelle chiare primavere.
Autunni pervasi d’oro.
Incalza la vita quando
al mattino presto
i miei passi veloci sulla ghiaia
sono l’unico rumore udibile,
mentre in lontananza già la neve
si è distesa sui monti.
Incalza la vita con la sua potenza
quando ancora mi racconta l’amore
Le pene s’acquietano
se la gioia illumina.


10 dicembre 2012

VERSI DI MORTE, VERSI DI VITA ricevo da Betty

Ricevo da Betty e estendo alle amiche e agli amici di Arcipoesia:

Bella serata  equilibrata e scorrevole.
Che piacevole, chiaro e preciso l'intervento della professoressa!
Mi è piaciuta la sua proposta di ritrovarci l'anno prossimo per approfondire la tematica di ieri sera, così importante e soprattutto così inesauribile. Sarebbe bello riuscissimo a farlo.
Curioso poi che le poesie sì siano alternate con saggezza, come si fossero accordate segretamente fra loro di passare dall'impegno alla tristezza, dall'ironia alla disperazione, dalla leggerezza alla soavità, per rendere il tutto più gradevole e vario.
 
 
Grazie Betty perchè hai riassunto per noi le emozioni della serata. Grazie anche per il tuo contibuto poetico e di immagini.  
Grazie a Bruna Meneghello per le riflessioni filosofiche  a Linda Faustini per la dolcezza dei  brani musicali con l'arpa.

3 dicembre 2012

APPUNTAMENTO DI DICEMBRE

Cari Amici di Arcipoesia

Dicembre, mese dell'Attesa.
Attesa della luce dopo i lunghi giorni del buio, attesa di un nuovo anno, con la speranza che sia migliore di quello che se ne va, attesa della rinascita che la religione propone con la nascita del bambino... .
Il prossimo appuntamento, dal titolo all'apparenza poco lieto, è invece una buona occasione per parlare di questioni profonde sulle quali si sono cimentati i filosofi e i poeti.
L'introduzione la lasciamo alla Dott.ssa Bruna Meneghello, docente di Filosofia.
La Dott.ssa Meneghello conduce un Corso di Filosofia  presso l'ARCI di Montorio.
L'arpa celtica di Linda Faustini accompagnerà le nostre letture.

Spuntino del Poeta:  Polentina calda con soppressa veneta e verze in teia; piatto economico e gustoso. Come sempre telefonate a Giovanna la vostra presenza. Serve la tessera.
Dessert  finale offerto dalle Donneinpunadipenna.

Vi aspettiamo con le vostre poesie