Incontri mensili di divagazioni poetiche

D i v a g a z i o n i p o e t i c h e

Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti....
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

Alda Merini



31 ottobre 2013

IL SUONO DELLE PAROLE 11 NOVEMBRE ORE 20.30 all'Opificio dei Sensi di Ferrazze



Care amiche e cari amici di poesia, siamo consapevoli che non si legge bene una parte del volantino perciò vi trascriviamo le tre righe finali, quelle che danno significato letterale al titolo IL SUONO DELLE PAROLE; noi possiamo attenercene ma possiamo anche trovare altri significati. Buon lavoro.


[…]  La e chiusa, invece, produce sensi di angustia, incertezza, luce debole, indecisione, difficoltà; la i dà un senso di sottigliezza, di affilato, di disagio, di acume, di qualcosa che ferisce, di introspezione e riflessione; la o aperta convoglia senso di ampi spazi, gioia, brillantezza; la o chiusa e la u sono le vocali del grigio e del nero, dell’opaco, corrucciato, angustia, chiusura di spazio, negatività, pessimismo […]

da “Poetando”,  Sesta Lezione del Prof. Rotolo ‘La poesia nell’Orecchio’

21 ottobre 2013

FOGLIE D'AUTUNNO DI ELISABETTA MARCHI




Foglie d’Autunno

Che si sfogliano e si sfaldano

Veleggiano e volteggiano

Si riposano su asfalti poco accoglienti

Su prati compiacenti

Su piazze affollate

Su terrazzi deserti di case fatiscenti.

 pigre ingiallite pietosamente intristite

Intristite da un autunno carico di nostalgica malinconia……

Ma le foglie d’Autunno non desiderano un po’ di follia?

19 ottobre 2013

ROSSO di Bruna Meneghello



Rosso


 Accesa

l' ombra leggera si spande

su l'erba bagnata

d'un acero

rosso

 
 

 

 


 

AUTUNNO di Bruna Meneghello

 L'acqua incessante accoglie l'autunno,
macera le foglie rosse del pero,
le foglie d'oro del pioppo
che rallegravano  l'azzurro del cielo .
Il vento ronzante s'insinua tra i vetri
che vorrebbero restare aperti ,
ma si incontrano con fragore
 e serrano l'entrata alla tristezza.
Foglie rattrappite si rassegnano al distacco,
si appoggiano al piede de l 'albero
 che con loro ha gioito del sole.
Altre  vagando senza meta
porteranno l'intensità del giallo e del bruno
sul grigio dell'asfalto cittadino.
Il tepore novembrino tornerà,
troverà solo rami
nudi e nodosi
in attesa
di nuove compagne di giochi
nell'aria frizzante della primavera.

Bruna Meneghello

 

18 ottobre 2013

IL DISTACCO Di Marisa Venturi



Autunno 2013

 
Umida di nebbia fradicia
s’avvita
in un giro di vento
Accolta dall’erba
decomposta.
C’è un senso tragico
nel ferale momento
dell’ultimo volo
E un patto
con la vita
Si nasce per lasciare
Lei
il ramo e le radici
Noi
le storie
all’ultimo atto. 



 

 

17 ottobre 2013

Antonella Carnielli ha portato Le pepé di Wanda Girardi Castellani - Propone un distacco diverso.


VEDER CADERE LE FOGLIE di Nazim Hikmet

Veder cadere le foglie

Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
Soprattutto se sono ippocastani
soprattutto se passano dei bimbi
soprattutto se il cielo è sereno
soprattutto se ho avuto, quel giorno,
una buona notizia
soprattutto se il cuore, quel giorno,
non mi fa male
soprattutto se credo, quel giorno,
che quella che amo mi ami
soprattutto se quel giorno
mi sento d'accordo
con gli uomini e con me stesso.
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
dei viali d'ippocastani.

(Nazim Hikmet)
 

Jacques Prévert - Le foglie morte


Jacques Prévert - Le foglie morte

Oh! Vorrei tanto che tu ricordassi
 i giorni felici quando eravamo amici.
 La vita era più bella.
 Il sole più bruciante.
 Le foglie morte cadono a mucchi...
 Vedi: non ho dimenticato.
 Le foglie morte cadono a mucchi
 come i ricordi e i rimpianti
 e il vento del nord le porta via
 nella fredda notte dell'oblio.
 Vedi: non ho dimenticato
 la canzone che mi cantavi.
 È una canzone che ci somiglia.
 Tu mi amavi
 io ti amavo.
 E vivevamo noi due insieme
 tu che mi amavi
 io che ti amavo.
 Ma la vita separa chi si ama
 piano piano
 senza far rumore
 e il mare cancella sulla sabbia
 i passi degli amanti divisi.
 Le foglie morte cadono a mucchi
 come i ricordi e i rimpianti.
 Ma il mio amore silenzioso e fedele
 sorride ancora e ringrazia la vita.
 Ti amavo tanto, eri così bella.
 Come potrei dimenticarti.
 La vita era più bella
 e il sole più bruciante.
 Eri la mia più dolce amica ...
 Ma non ho ormai che rimpianti.
 E la canzone che cantavi
 sempre, sempre la sentirò.
 È una canzone che ci somiglia.
 Tu mi amavi
 io ti amavo.
 E vivevamo noi due insieme
 tu che mi amavi
 io che ti amavo.
 Ma la vita separa chi si ama
 piano piano
 senza far rumore
 e il mare cancella sulla sabbia
 i passi degli amanti divisi



Les Feuilles mortes


Oh, je voudrais tant que tu te souviennes,
 Des jours heureux quand nous étions amis,
 Dans ce temps là, la vie était plus belle,
 Et le soleil plus brûlant qu'aujourd'hui.
 Les feuilles mortes se ramassent à la pelle,
 Tu vois je n'ai pas oublié.
 Les feuilles mortes se ramassent à la pelle,
 Les souvenirs et les regrets aussi,
 Et le vent du nord les emporte,
 Dans la nuit froide de l'oubli.
 Tu vois, je n'ai pas oublié,
 La chanson que tu me chantais...
 C'est une chanson, qui nous ressemble,
 Toi qui m'aimais, moi qui t'aimais.
 Nous vivions, tous les deux ensemble,
 Toi qui m'aimais, moi qui t'aimais.
 Et la vie sépare ceux qui s'aiment,
 Tout doucement, sans faire de bruit.
 Et la mer efface sur le sable,
 Les pas des amants désunis.
 Nous vivions, tous les deux ensemble,
 Toi qui m'aimais, moi qui t'aimais.
 Et la vie sépare ceux qui s'aiment,
 Tout doucement, sans faire de bruit.
 Et la mer efface sur le sable
 Les pas des amants désunis...

1 ottobre 2013

ARCIPOESIA ALL'OPIFICIO DEI SENSI

Distacco, abbandono, perdita, lacerazione, caduta ... questo è l'argomento di ottobre.

L'inagibilità del Circolo di Via dei Peschi ci ha portati a Ferrazze (comune di San Martino Buon Albergo).
Il posto è bellissimo e molto poetico.
Troverete l' Opificio dei Sensi in Internet; sul sito ci sono foto della struttura, mappa e programma dei corsi di quest'anno.
Per arrivare: dalla Mattarana (uscita Tangenziale Est) dirigersi alle Ferrazze, superare la trattoria che si trova sulla curva a gomito proseguendo dritti oltre il ponticello sul Fibbio.
Sulla sx c'è il Circolo e 20 metri oltre c'è un grande parcheggio.
Per consumare pasti (vegetariani) o bevande (bar) serve la tessera Arci.
Un cordiale arrivederci da
Donneinpuntadipenna